CIR MIGRARE / Una esperienza di comunicazione inclusiva e i diritti di cittadinanza al tempo del Covid-19

Il report sulle attività di comunicazione sociale del Progetto FAMI / L’Italiano per comunicare, lavorare, partecipare, presentato sul sito di CIR Migrare, Centro Interdipartimentale di Ricerca sulle Migrazioni dell’Università di Palermo (20 maggio 2020).

https://www.unipa.it/Una-esperienza-di-comunicazione-inclusiva-e-i-diritti-di-cittadinanza-al-tempo-del-Covid-19/

Una esperienza di comunicazione inclusiva e i diritti di cittadinanza al tempo del Covid-19

Il progetto a cura di ItaStra/Pluralia è stato sviluppato all’interno della Scuola di Lingua italiana per Stranieri, da marzo a giugno di quest'anno, e ha affrontato il tema della comunicazione inclusiva all’interno della Scuola di Lingua italiana per stranieri.

La comunicazione pubblica, nonostante le molteplici aree di sperimentazione realizzate negli ultimi decenni, non è ancora riuscita a sviluppare modelli e linguaggi che consentano di raggiungere una popolazione sempre più eterogenea e portatrice di bisogni che cambiano nel tempo e nello spazio. Inoltre grandi differenze si registrano in questa direzione fra aree diverse del paese. Possiamo certamente dire che questo è stato uno dei settori che ha mostrato tutti quanti i suoi deficit nella recente crisi sanitaria caratterizzata dalla necessità di fornire velocemente informazioni chiare alla totalità  dei cittadini di una determinata area (nazionale, regionale, urbana o con caratteristiche particolari, ad esempio migranti o altro). Gli esempi sono molteplici, siti non aggiornati per settimane quando più sarebbe stato necessario avere informazioni, assenza di attenzione ai linguaggi (testi semplificati / linguaggio visivo) e alla comunicazione plurilingue, assenza completa di tutorial che spesso chiarirebbero facilmente le procedure da attivare, etc.

Si rinvia per ulteriori considerazioni all'intervista a Mari D’Agostino direttrice di ItaStra.
Coronavirus e migranti, “le informazioni non sembrano scritte per chi ha bisogno”
«Redattore Sociale», 17 aprile 2020