CON LO SGUARDO DI CHI ARRIVA/ Il diritto di parola prima della lingua

Prima dell’italiano ci sono le proprie storie e le proprie lingue e i diritti di tutti. Usando bangla e bambara, wolof e francese, inglese e mandinka, impariamo ad ascoltare e a comunicare, a mettere a fuoco bisogni e paure, ad orientarci nella città e in questa parte del mondo.

Sotto alcuni disagi espressi dai partecipanti al laboratorio con lo sguardo di chi arriva durante l’incontro all’Arci Porco Rosso insieme a Giulia Gianguzza, Agnese Pagani, Sergio P. Baviera e Kamal Karkouri.

– Incomprensibili e sfiancanti lungaggini per la regolarizzazione del soggiorno

– Senso di abbandono in alcuni centri di accoglienza

– Pochi mediatori e pochi operatori con cui comunicare per difficoltà linguistiche

– Sensazione di marginalità

– Poche offerte formative

– Poca rete sociale a cui appoggiarsi.

– Persone che si allontanano quando incontrano per strada un migrante

Tra qualche ora, ne riparleremo a ItaStra.

Il diritto di parola prima della lingua.

Foto di Gervasi Antonio

 

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